Costruito tra la fine degli Anni Venti e l'inizio degli Anni Trenta, in seguito alle trasformazioni fondiarie resesi necessarie dopo il Regio Decreto 52 del 23 Gennaio 1921, che istituiva la costituzione dei cosiddetti Centri di Colonizzazione, il complesso di costruzioni strumentali all'attività agricola della Tenuta La Castelluccia, è stato sempre chiamato semplicemente Il Centro ed è così che è tuttora indicato nelle mappe e cartografie recenti.

Esso è costituito da una serie di fabbricati disposti simmetricamente intorno a una corte pavimentata di 15.000 mq, i quali presentano caratteri costruttivi di pregio, tipici della Scuola Romana ante guerra. Tuttavia, elementi quali i paramenti in scheggioni di tufo ad opera incerta e i mattoni trafilati a mano, l'intradosso dei tetti in tavelle anch'esse decorate a mano, i portoni in legno con incisi gli stilemi della retorica fascista, nonché alcuni accorgimenti costruttivi quali i primi esempi di solai in travetti interamente di laterizio armati, permettono di considerare tali fabbricati al di fuori delle consuete costruzioni della bonifica dell'Agro Romano del periodo fascista, bensì come esempi di un'architettura ritenuta non più minore, ma anzi all'avanguardia della tecnica dell'epoca e con finiture proprie di costruzioni non più solo strumentali all'attività agricola.

Costruiti per un uso agricolo, durante la Seconda Guerra Mondiale, alcuni edifici furono riconvertiti alla produzione di materiale bellico quali bombe ed elicotteri. Successivamente riportati alla loro funzione iniziale, i fabbricati presentano tuttora uno stato di conservazione ottimo, senza particolari modifiche rispetto alla loro origine e senza l'aggiunta di superfetazioni.